Dolomiti Patrimonio mondiale UNESCO. Fenomeni geologici e paesaggi umani

Bruno Zanon, già docente di Tecnica e Pianificazione Urbanistica all'Università di Trento, componente del Comitato Scientifico di tsm|step, Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio della Provincia autonoma di Trento, racconta la Mostra Dolomiti Patrimonio mondiale UNESCO.

 

Per quale motivo avete realizzato questa mostra sulle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO?

La mostra “Dolomiti Patrimonio mondiale UNESCO. Fenomeni geologici e paesaggi umani” si inquadra nell'impegno di tsm|step, la Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio della Provincia autonoma di Trento e del MUSE, il Museo delle Scienze di Trento fondazione Dolomiti UNESCO. La tsm|step è impegnata nella “Rete della formazione e della ricerca scientifica” così come il MUSE in quella del “Patrimonio geologico” entrambe coordinate dalla Provincia autonoma di Trento.

La mostra intende comunicare il valore universale del riconoscimento UNESCO per territori vissuti da secoli dalle comunità locali. La visibilità garantita dalla iscrizione nella lista del Patrimonio Naturale Mondiale costituisce una occasione per fare conoscere le Dolomiti e per sostenere un modello di fruizione di questo bene basato sulla cultura del limite.

 

Com'è organizzata?

La mostra è ospitata nei giardini del MUSE, il Museo delle Scienze di Trento, ben noto al grande pubblico per le capacità di comunicare i temi scientifici. È composta da grandi pannelli organizzati in quattro “isole tematiche”. La prima introduce il valore del riconoscimento UNESCO e descrive i nove sistemi dolomitici richiamando le specificità che caratterizzano ciascuno di essi; la seconda mette in relazione le peculiarità del paesaggio geologico, perno del riconoscimento UNESCO, con i paesaggi umani posti sotto le vette; la terza isola tratta dell'immaginario dolomitico, che va dalle leggende alla letteratura e alle arti visive; infine, l'ultimo messaggio riguarda le “Dolomiti da vivere”, che sottolinea la qualità della vita e delle esperienze di visita nell'area dolomitica e richiama le iniziative della Fondazione Dolomiti UNESCO per preservare valori di interesse globale facendo rete tra comunità, territori, operatori locali.

 

A chi è indirizzata?

La mostra è indirizzata ad un pubblico ampio che viene sollecitato, dalle immagini emozionanti delle Dolomiti, da una grafica accattivante e da brevi testi, a riflettere sui valori di questo Bene dei quali siamo fruitori ma anche custodi. Il messaggio si rivolge ai “cittadini delle Dolomiti”: coloro che abitano e visitano questi territori consapevoli della loro bellezza e fragilità e che si impegnano a comportamenti responsabili.

 

Come possono i giovani contribuire alla promozione delle Dolomiti Patrimonio Unesco?

La “Rete della formazione e della ricerca scientifica” della Fondazione UNESCO, di cui è capofila la Provincia di Trento che si avvale di tsm|step, promuove molte iniziative rivolte alle nuove generazioni. Tra queste, è in corso di ultimazione una versione didattica della mostra, che verrà messa a disposizione dei territori delle Dolomiti per azioni formative.

 

Com'è possibile oggi valorizzare il paesaggio dolomitico?

Le Dolomiti sono ormai note in tutto il mondo. Le indagini scientifiche, le imprese alpinistiche, il turismo, la letteratura, il cinema e molte espressioni artistiche le hanno celebrate in molti modi. Per i residenti, tutto questo fa parte dell'identità locale. Per i turisti, l'esperienza di visita nelle sue diverse forme, dalle passeggiate, alle escursioni, alle arrampicate, combinata con la conoscenza dei valori immateriali può costituire senza dubbio l'elemento distintivo del paesaggio dolomitico.

 

Quali le cose da evitare per non compromettere il paesaggio dolomitico?

Il riconoscimento UNESCO riguarda nove sistemi dolomitici, dei quali sottolinea l'unicità degli aspetti geologici e paesaggistici. Attorno a questi sistemi la pressione antropica è davvero elevata, causata da modalità di sviluppo orientate a riscattare le condizioni di debolezza che per secoli hanno caratterizzato queste vallate alpine. La situazione attuale è ben diversa da quella di partenza e il senso del limite e la responsabilità nei confronti di un ambiente fragile e di ecosistemi delicati devono combinarsi con la qualità della vita delle popolazioni residenti e la qualità delle condizioni di visita dei turisti.

 

Quanto dura l'esposizione?

La mostra sarà inaugurata il 24 luglio e rimarrà aperta fino al 24 settembre. È accompagnata da un catalogo edito da ETS che sarà disponibile presso le librerie e i centri visitatori dei parchi e dei musei dei territori delle Dolomiti.

 

A cura di Maurizio Dematteis

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