Catasti e gestione del territorio. Esperienze storiche in area alpina e perialpina

QUANDO 04 - 05 ottobre 2018
DOVE Accademia di architettura
Largo Bernasconi,  2 -  Mendrisio

Tra le fonti a disposizione dello storico per decifrare l'organizzazione di un territorio, i catasti sono una delle più importanti.

Infatti, da un lato essi sono i principali strumenti attraverso cui ricostruire le strutture fondiarie del passato e preziosi indicatori dello sviluppo dei sistemi fiscali e delle funzioni amministrative degli Stati moderni, dall'altro possono fornire molteplici informazioni sulle forme di organizzazione e di gestione dello spazio. 

In quanto elemento di accertamento dei diritti di proprietà, i catasti hanno contribuito a definire i rapporti tra enti statuali e individui.

Inoltre, a seconda dei casi, essi hanno accompagnato o assecondato la trasformazione del territorio attraverso i processi di appropriazione dello spazio e di valorizzazione delle risorse locali.

Nel corso delle giornate si propone di discutere in quali contesti e attraverso quali processi i catasti hanno contribuito alla gestione del territorio. Particolare attenzione sarà quindi riservata al complesso rapporto tra spazio e catasto: a seconda delle interpretazioni, quest'ultimo può essere visto come movente o come conseguenza delle scelte riguardanti la gestione del territorio.

Questi i titoli dei diversi interventi:

giovedì 4 ottobre 2018 - dalle 14:30 alle 18:00

  • I catasti sabaudi: fonti per la conoscenza delle strutture territoriali immanenti e del significato dei luoghi. Bilancio di un'esperienza di ricerca transfrontaliera;
  • Le aporie dell'amministrazione: catastazione e beni comuni in Ossola inferiore a fine Settecento;
  • Nel retrobottega dell'amministrazione catastale trentino-tirolese tra Sette e Ottocento: dal confronto politico alla gestione ordinaria;
  • Dal documento al territorio. Il catasto sabaudo e quello francese a confronto (1738-1870);
  • Le comunità trentine tra Antico Regime e Modernità. Il caso studio dei catasti della Piana Rotaliana tra XVIII e XIX secolo: due modalità differenti di gestione e organizzazione del territorio;

Venerdì 5 ottobre 2018 - dale 09:30 alle 12:00

  • Un usage de Symogih: l0étude des parcours familiaux au travers des mouvements foncier. Le cas de de l'impantation de l'usine des Plans à Saint-Jean-de-Maurienne;
  • L'analisi del catasto francese per l'interpretazione del paesaggio;
  • "Ex aequo et bono", il Catasto fondiario franceschino in Trentino. Strumento dinamico di equità fiscale, di misura e di rappresentazione del territorio;
  • Il catasto come strumento di sviluppo territoriale.

Si approfitta dell'occasione per avvisare i lettori della recente pubblicazione di una monografia del prof. Roberto Leggero dedicata ai beni comuni nel Ticino medievale. È possibile trovare alcune brevi informazioni sul volume sito internet del Laboratorio di Storia delle Alpi alla seguente pagina seguente:

http://www.labisalp.arc.usi.ch/it/pubblicazioni/libri

A seguire una breve presentazione dell'opera:

La storia delle terre ticinesi fra XII e XVI secolo non è di carattere puramente diplomatico o militare. C'è un livello più antico e più profondo: la gestione collettiva delle risorse naturali e dei beni comuni, essenziali per l'economia delle comunità alpine. Sulla base di un'ampia serie di atti e documenti pubblici e privati, il volume analizza come le necessità e le competenze ‘diplomatiche' e ‘politiche', indispensabili alle comunità per amministrare e gestire efficacemente risorse naturali e proprietà collettive, abbiano contribuito a dare origine alla Svizzera moderna e alle sue peculiarità. Percorrendo tale linea di indagine, si scoprono gli usi e i costumi dei comuni alpini medievali e tardomedievali, i loro problemi economici, le difficoltà legate alle interazioni con l'ambiente naturale e le altre realtà istituzionali. Viene inoltre presentata l'opera inedita di un nipote del famoso storico Paolo Giovio, Alessandro (Descrittione de otto cantoni de Suizzeri, circa 1547), che rivela l'interesse dell'epoca per la Svizzera, proponendone un'immagine ‘dall'esterno'. «Questi Svizari – si chiedeva Alessandro Giovio – che ne passato si domandavano domatori de principi et defensori de la libertà ecclesiastica, et davano legge a gli altri potentati» stavano forse per «diminuire de la grandeza loro» e trasformarsi in una monarchia?