Vajont Memoria del Mondo. Un auspicio per il fondo archivistico dello storico processo
Via Brigata Marche, 3 - Belluno

La digitalizzazione degli atti che documentano le fasi salienti del processo è già avvenuta. Le carte sono state inventariate e analizzate da un pool di specialisti formato da archivisti dell'Aquila e di Belluno, insieme ai tecnici scientifici del professor Maurizio Reberschack, l'insigne storico della tragedia.
La memoria processuale che ricostruisce fatti e responsabilità del disastro sarà ora non solo fruibile per un vasto pubblico ma riconosciuta come valore universale dal programma dell'UNESCO Memory of the World.
Fondato nel 1992, questo programma censisce e salvaguardia il patrimonio documentale dell'umanità contro i rischi connessi all'amnesia collettiva, alla negligenza, alle ingiurie del tempo o alla distruzione deliberata.
La documentazione cartacea del processo del Vajont, composta da circa 240 faldoni, è ora riprodotta digitalmente. Si tratta in sostanza di tutti i verbali, le testimonianze, le perizie tecniche, le progettazioni dell'impianto in tutte le fasi di costruzione della struttura fino addirittura ai quinidici quaderni con gli appunti redati da Carlo Semenza, l'ingegnere della diga.
Un patrimonio che si trova attualmente presso l'Archivio di Stato di Belluno e che richiede a gran voce di essere inserito nel registro Memorie del Mondo perchè, come scriveva Clementina Merlin il 10 ottorbe 1963, all'indomani della tragedia annunciata «oggi tuttavia non si può soltanto piangere, è tempo di imparare qualcosa».