Una riflessione su cibo e paesaggio. Dialogo con Cassiano Luminati

Cassiano Luminati, direttore del Polo Poschiavo, nella Valle omonima, in Svizzera, da molto tempo è impegnato nelle riflessione sul cibo delle Alpi. Personaggio poliedrico e infaticabile, è in grado di spaziare da progetti locali a reti internazionali capaci di abbracciare tutto l'Arco alpino. Ha promosso ad esempio l'ambizioso e innovativo 100% Valposchiavo, nato per promuovere materie prime locali come latte, carne, frutta e verdura, e derivati come salumi, yogurt o prodotti da forno, che provengono interamente dalla Valposchiavo, in una sorta di patto di territorio. Ha coordinato l'Alpine Space AlpFoodway, che i lettori di Montagne in rete ben conoscono, coinvolgendo 14 partner lungo tutto l'Arco alpino, e che ha lanciato la candidatura del Patrimonio Alimentare delle Alpi nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'UNESCO.
Gli abbiamo chiesto di riflettere con noi sul tema cibo e paesaggio e queste sono le sue risposte:
Che valore può assumere il patrimonio alimentare per il paesaggio alpino?
Il Patrimonio Alimentare costituisce già un grande valore per il paesaggio alpino, poiché in esso si manifestano tutte le pratiche di produzione, trasformazione e conservazione del cibo, nonché dei rituali di consumo, dei saperi, delle conoscenze che lo costituiscono.
Questo vasto Patrimonio comune, che si fonda sulla capacità delle Comunità alpine di scambiare cibo e servizi, di gestire beni comuni, di aiutarsi vicendevolmente è però in grave pericolo.
L'espansione urbana incontrollata, il turismo di massa, il traffico intenso, l'inquinamento dell'aria e dell'acqua, l'agricoltura intensiva, la crisi climatica e il surriscaldamento globale hanno un effetto negativo sulla qualità della vita degli abitanti e minacciano gli stili di vita tradizionali delle Alpi e di conseguenza anche il paesaggio culturale.
Spopolamento e abbandono delle terre alte causano una decrescita delle terre coltivate secondo l'agricoltura tradizionale e delle occupazioni relative, così come una perdita delle conoscenze e delle competenze, delle tradizioni, delle pratiche e dei valori con gravi conseguenze sulla biodiversità e la cura del territorio.
La salvaguardia del Patrimonio Alimentare alpino è quindi essenziale per preservare la cultura e l'identità degli abitanti delle Alpi, per ripristinare uno stile di vita sostenibile che rispetti i fragili ecosistemi dell'ambiente alpino, per promuovere e preservare la qualità dei territori e per assicurare uno sviluppo sostenibile delle regioni alpine per le generazioni presenti e future. Ma anche per preservare il paesaggio culturale alpino che tutti amiamo.
Quale ruolo può assumere per le comunità alpine?
Il Patrimonio Alimentare delle Alpi riveste da sempre un ruolo fondamentale per l'identità culturale e il modo di vivere delle popolazioni alpine.
Esso preserva la qualità dei paesaggi e la biodiversità delle Alpi, è fondamentale per lo sviluppo sostenibile e aumenta l'attrattività delle regioni alpine, inoltre, contribuisce alla resilienza delle Comunità alpine, cosa che abbiamo potuto constatare nuovamente in questo difficile periodo segnato dalla pandemia Covid-19.
Va quindi assolutamente salvaguardato e valorizzato attraverso politiche adeguate, che favoriscono partnership alpine multilivello e intersettoriali. Poiché è questa la chiave per mantenere le regioni di montagna marginali attrattive per le nuove generazioni; è questo un potente motore per creare lavoro dignitoso, per contribuire alla crescita economica, per ridurre le disuguaglianze, per proteggere l'ambiente e costruire società pacifiche e inclusive.
Il Patrimonio Alimentare in quanto un elemento fortemente rappresentativo dell'identità culturale, dell'unicità e dell'attrattività alpina è in grado di motivare le persone a partecipare attivamente allo sviluppo sostenibile delle Alpi, anche per le nuove generazioni.
Come fare a promuovere e valorizzare il patrimonio alimentare delle Alpi?
Innanzitutto occorre lavorare sulla consapevolezza e la presa di coscienza delle Comunità che il loro Patrimonio Alimentare rappresenta una risorsa sotto numerosi punti di vista.
Un'iniziativa importante in questa direzione è il progetto di iscrizione del Patrimonio Alimentare delle Alpi nella Lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'umanità (ICH) dell'UNESCO.
Un'iniziativa multinazionale che vede coinvolte le Comunità di tutti i Paesi alpini (Italia, Svizzera, Liechtenstein, Austria, Germania, Slovenia, Francia) nata dal progetto Interreg Spazio Alpino “AlpFoodway” (2016-2019) e che ora è coordinata dalla Regione Lombardia.
Un riconoscimento a questo livello permetterebbe di aumentare in modo rilevante la consapevolezza dell'importanza del Patrimonio Alimentare Alpino per lo sviluppo sostenibile, non solo presso le Comunità alpine, ma anche a tutti i livelli decisionali.
L'iscrizione nella Lista dell'UNESCO renderebbe visibili e rilevanti le centinaia di Comunità alpine che faticosamente tramandano il loro Patrimonio Alimentare di generazione in generazione, innovandolo e adeguandolo alle esigenze contemporanee e impegnerebbe Stati e Regioni nello sviluppo di politiche di salvaguardia adeguate.
Il processo di candidatura è avviato e l'interesse è grande. Con il sostegno deciso e convinto delle Comunità Alpine il traguardo non così lontano.
a cura di Maurizio Dematteis
Questa intervista è inserita nella prima Newsletter del 2021 di Montagne in Rete, dedicata a "Cibo e Paesaggio".